Cima d'Arme

Da Poggio Bustone una bella salita sulle cime minori dei Reatini.
Un piccolo torrente di montagna che ci accompagna per quesi tutta la salita, boschi ariosi e lussureggianti, panorami che si aprono fino alla cima del Terminillo e per finire una visita ad un santuario, luogo segnato dal passaggio di San Francesco.


Classico giro ad anello per salire su una cima dei Monti Reatini che, sebbene catalogata come “minore” per via della quota, riserva all’escursionista diversi spunti di interesse. Punto di partenza e di arrivo è il piazzale antistante al Santuario di San Giacomo appena fuori dall’abitato del paese, dove ci si può preparare per poi incamminarsi sullo stradello al lato del complesso religioso; una tabella indica i punti di interesse del luogo ed i sentieri all’intorno. Fatti pochi passi si giunge all’imbocco del sentiero “421” che conduce alla Cima d’Arme transitando per i Prati di San Giacomo, proseguendo lungo la strada ci si avvia invece verso la Valle Petrinara, sempre con la possibilità di raggiungere la cima. Fare il giro in senso orario a nel verso opposto è una questione personale, noi abbiamo proseguito per lo stradello che poco dopo diviene il sentiero “420” considerando l’esposizione verso est che lasciava prevedere una migliore illuminazione mattutina. La salita si sviluppa seguendo fedelmente il fondo del vallone, costeggiando e talvolta lambendo il ruscello che si origina dalle sorgenti che sono nella radura della Fonte Petrinara: il suono dell’acqua è la nota caratteristica che accompagna ed allieta il cammino lungo un sentiero sempre agevole e quasi interamente nel bosco sino ai vasti prati che circondano il fontanile. Poco prima di giungere alla fonte è possibile deviare dal tracciato principale ed accostarsi al corso d’acqua in un punto in cui si può entrare nell’alveo in corrispondenza di una piccola e suggestiva cascatella. Dopo breve sosta al fontanile per rifornirsi d’acqua freschissima si attraversa la conca prativa seguendo i segnavia a terra per rientrare dopo breve nel bosco all’interno del quale si affronta un tratto in discreta pendenza che immette direttamente sulla linea di cresta già nei pressi della cima: usciti allo scoperto risulta avvincente il colpo d’occhio dato dal panorama che improvvisamente si apre in ogni direzione ed in particolare sulla piana reatina con al centro il Lago di Ripa Sottile, il Lago Lungo e sullo sfondo i Monti Sabini. La cima sebbene non ardita è affilata e presenta il versante a sud libero da boschi mentre sul versante nord la faggeta arriva fin quasi a lambire la semplice croce di vetta; a dispetto della quota relativamente bassa la vista è davvero notevole e si respira un’aria di ben altra altitudine che invita ad una meritata sosta di contemplazione. Il cammino riprende in direzione opposta a quella di arrivo e si scende dapprima lungo un prato in discreta pendenza con visuale sui Prati di San Giacomo entrando dopo breve nella macchia da cui si esce in corrispondenza della sterrata che in questo tratto coincide con il “Cammino di San Francesco”, via di pellegrinaggio che collega i Santuari Francescani tra Poggio Bustone e La Verna. Imboccata la sterrata in discesa ci si avvia verso le ampie radure dei Prati di San Giacomo che abbiamo avuto la fortuna di trovare costellate di rare fioriture di peonie erbacee. Ripreso il cammino, poco oltre il rifugio ed il fontanile che si trovano al limitare della radura si abbandona la sterrata in corrispondenza di alcuni cartelli indicatori e si riprendono i segnavia del sentiero 421 procedendo dapprima all’ombra di faggi e lecci e poi attraversando un bosco di alti abeti; con diverse svolte si giunge ad un tratto da cui si ha un notevole affaccio verso la Valle Petrinara ed una croce in ferro indica che siamo nei pressi dell’eremo del Sacro Speco di San Francesco. L’avvicinamento all’eremo avviene lungo un vialetto in salita dove si susseguono alcune edicole che racchiudono le “impronte” del Santo, dell’angelo e del maligno sino a giungere alla piccola chiesa ricavata in parte all’interno della montagna, in corrispondenza della grotta in cui soggiornò in ritiro San Francesco. La leggenda vuole che in questo speco ricevette la visita dell’angelo che gli rivelò la remissione dei suoi peccati da parte di Dio ma anche il demonio gli si presentò con l’intento di rapirlo. Di questa antica storia, che narra della eterna contrapposizione tra il bene ed il male, rimangono tracce sparse nelle rocce lungo il sentiero che conduce all’eremo che la leggenda vuole siano state impresse dal Santo e dal maligno proprio durante la loro lotta. Terminata la visita a questo suggestivo luogo sacro non rimane che riprendere il sentiero principale e con una serie di svolte su comodo selciato rientrare al Santuario di San Giacomo completando così un’escursione molto appagante.